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IL BASSO ELETTRICO A SCALA CORTA

Aggiornamento: 13 ott 2023

Il basso elettrico a scala corta. In questo articolo ne prenderemo in considerazione caratteristiche, pregi e peculiarità. Vedremo come i modelli più iconici di basso elettrico a scala corta hanno influenzato il sound delle band più famose di tutti i tempi, in un viaggio musicale con il basso nel ruolo di protagonista.


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Diciamo anzitutto che la scala (o scalatura o diapason) è la distanza, espressa in pollici, che intercorre tra il capotasto e il ponte dello strumento e che ne determina quindi la lunghezza complessiva. I bassi elettrici a scala corta hanno normalmente un diapason di 30 pollici, contro i normali 34 dei bassi a scala lunga. Essi sono quindi più corti e generalmente più leggeri e maneggevoli dei fratelli maggiori. Anche la distanza tra i tasti è ridotta e ciò permette di adattarsi meglio alle mani piccole e consente di eseguire fraseggi più veloci. Di contro i bassi a scala corta sono in genere meno incisivi sulle frequenze basse, che risultano meno definite e corpose, a vantaggio delle frequenze medie, che emergono rotonde e presenti.


I bassi elettrici a scala corta hanno goduto di un periodo d'oro tra l'inizio degli anni '60 e la metà degli anni '70, per poi cadere nell'oblio, erroneamente relegati al ruolo di strumenti adatti allo studio e per principianti. Negli ultimi anni invece stiamo assistendo ad un grande ritorno in auge di questi strumenti e le case produttrici gli dedicano nei propri cataloghi spazi sempre più importanti. Di seguito ne esamineremo alcuni dei più belli e interessanti.



Venuto alla luce nel 1955, ad opera del geniale liutaio e costruttore di violini Walter Hofner, il destino di questo basso a scala corta si è legato indissolubilmente a quello di Paul McCartney, che con i suoi Beatles lo rese il basso elettrico forse più celebre e riconoscibile di tutti i tempi.

Ancora oggi il design iconico ed il timbro inconfondibile rendono l'Hofner 500/1 Violin Bass uno strumento pieno di fascino, capace di incantare tanto i nostalgici della beat generation, quanto i giovani bassisti alla ricerca di uno strumento facile da approcciare e ricco di personalità.

Qui lo possiamo ammirare nella versione mini, entry level di casa Hofner, che a dispetto di un prezzo molto competitivo, è in grado di trasmettere tutte le emozioni di un basso che ha fatto la storia della musica.

Estremamente leggero e maneggevole, grazie anche al corpo cavo, risulta ben bilanciato e anche i principianti si troveranno subito a proprio agio. Le finiture sono curate e la differenza con le versioni più costose è davvero difficile da percepire. Non è però un basso molto versatile, quasi impossibile lo slap, ottimo invece con il plettro e il pizzicato. Il suo terreno naturale è il classic rock, il blues, il folk e, manco a dirlo, esprime il suo meglio nello sconfinato repertorio dei Beatles. Insomma, un basso elettrico a scala corta che sicuramente ogni bassista vorrà avere, prima o poi, nel proprio arsenale.


In questo video apprezziamo l'Hofner 500/1 Violin Bass in 'Don't Let Me Down', uno dei più bei capolavori dei Beatles. Signore e signori, che lo spettacolo abbia inizio :-)

Se avete amato questo sound, vi consigliamo un manuale per approfondire il genio bassistico di Sir. Paul McCartney. Un libro completo con partiture, tabs e annotazioni, che analizza nel dettaglio alcuni tra i brani più famosi di uno dei bassisti più creativi di sempre. Il vostro Violin Bass vi ringrazierà!


Come in un eterno conflitto tra luce e oscurità, bene e male, yin e yang, dopo i Beatles non potevamo non citare i Rolling Stones e dopo il Violin Bass di McCartney, è arrivato il momento del Mustang Bass di Bill Wyman. Lo storico bassista degli Stones infatti ha usato per molti anni proprio il celebre basso a scala corta di casa Fender, per creare i suoi immortali riff e giri di basso.

Il Fender Mustang Bass fu l'ultimo basso creato direttamente da Leo Fender nel 1965, poco prima che lasciasse l'azienda da lui fondata, dando inizio alla cosiddetta CBS era (vedi qui la storia della Fender).

Considerato inizialmente uno strumento per principianti, si conquistò ben presto una ottima reputazione anche presso i bassisti più esperti, grazie alle caratteristiche che lo hanno reso celebre. Il pick up split coil, molto più piccolo di quello di un Precision, è comunque capace di produrre tonalità basse solide e corpose, con un punch caldo e definito, che lo rende ben riconoscibile ma allo stesso tempo molto versatile. La scala ridotta dona leggerezza e maneggevolezza, le corde passanti attraverso il corpo (string thru body), conferiscono la giusta tensione e favoriscono le frequenze basse, la forma del body ergonomica agevola il lavoro della mano destra, il design complessivo risulta proporzionato e seducente.

Il Mustang Bass nella foto è quello della fortunatissima serie Classic Vibe della Squier, mentre qui potete ammirare un esemplare della la nuovissima serie Vintera II della Fender, per un look e un feel estremamente fedeli agli strumenti dei favolosi anni '70.


Ecco uno dei capolavori dei Rolling Stones, It's Only Rock'n'Roll (But I Like It), in cui possiamo ammirare il Mustang Bass del '69 di Wyman nella stupenda finitura Competition Orange with Red Racing Stripes.

Se gli Stones vi hanno fatto battere il cuore (sennò lasciate pure questa pagina :), consigliamo l'ottimo libro di Massimo Bonanno, il massimo esperto italiano della band, che ne ripercorre la storia e gli aneddoti più succosi, dalle origini ai giorni nostri.



Ecco il basso a scala corta più bello di tutti. Il Gibson "Diavoletto" trasuda rock da tutti i pori e da sei decadi infiamma i palchi di tutto il mondo! Tra i nostri cugini amanti delle sei corde, Angus Young degli AC/DC è il chitarrista che più rappresenta l'indissolubile legame con la sua Gibson SG, da cui scaturiscono gli scatenati riff e i power chords che fanno tremare gli stadi. Tra i virtuosi del basso che hanno adottato questo strumento eccezionale, la menzione d'onore va al compianto Jack Bruce, che con i suoi compagni Eric Clapton e Ginger Baker diede vita al super power trio dei Cream, rivoluzionando, in soli tre anni di attività, la storia del rock progressivo.

Il Gibson EB3 Bass vide la luce nel 1961, basato sul fratello minore EB0, rispetto al quale fu aggiunto un mini humbucker al ponte, che lo rese molto più versatile. La produzione cessò nel 1979, ma oggi ne esiste un modello, pressoché identico, commercializzato con la sigla SG, la stessa della chitarra.

La foto è appunto quella del moderno Gibson SG, che condivide con il papà EB3 le peculiarità costruttive e tutto il fascino di uno strumento senza tempo. Dotato di corpo e manico in mogano, con il manico incollato (set neck), per ottenere un maggiore sustain, lo strumento racchiude tutta la tradizione e la maestria di casa Gibson. Il prezzo non è dei più bassi, ma la manifattura made in USA, le lussuose caratteristiche e le finiture di pregio, si sa, hanno un costo. Ha fama di essere un basso poco versatile, famoso il soprannome di "mudbucker" per indicare il suo poderoso humbucker al manico, dal quale scaturisce un suono scuro e "fangoso" (in inglese fango si dice appunto mud). In realtà noi ne abbiamo posseduto uno, con il quale abbiamo suonato tranquillamente anche brani pop moderni. Il suo terreno di caccia resta comunque il rock progressivo, l'heavy blues e più in generale, il buon vecchio intramontabile rock'n'roll \m/.


Parlando di rock e dei mitici Cream, ecco il video di Crossroads, uno dei loro brani più rappresentativi, in cui possiamo ascoltare i virtuosismi di Jack Bruce e tutta la potenza del suo Gibson Diavoletto.

Se il sound vi sembra quello giusto, con questo manuale potrete carpire i segreti bassistici di Jack Bruce, attraverso lo studio di alcuni dei brani più celebri dei Cream. Il libro è in lingua inglese, ma le tablature e i file audio si seguono facilmente anche se non si padroneggia la lingua.



Danelectro è un nome importante nella storia della chitarra elettrica. Viene fondata nel 1947 da Nathan "Nate" Daniel, col lo scopo di produrre strumenti innovativi, dal design accattivante e dai prezzi contenuti. Il 1958 vede il lancio delle due serie per le quali Danelectro è più nota: Shorthorn e Longhorn. Quest' ultima spicca per il corpo particolarmente corto e le corna molto pronunciate, da cui appunto la serie prende il nome. Il catalogo dei modelli Longhorn comprendeva: una chitarra elettrica, un basso a quattro corde (rappresentato in foto) e il particolarissimo Guitarlin, un ibrido tra una chitarra baritona e un basso a sei corde, con il quale John Entwistle, leggendario bassista degli Who, incise l'inno generazionale e capolavoro assoluto "My Generation". Caratteristiche salienti del basso quattro corde, oltre al design così bizzarro, sono: la scala corta, la paletta con la tipica forma a "bottiglia di Coca Cola" e due pick up single coil denominati "lipstick tube" (tubo di rossetto), per via della somiglianza con il noto cosmetico femminile.

In tempi molto recenti, abbiamo visto questo strumento calcare i palcoscenici italiani e mondiali in mano a Victoria De Angelis, talentuosa e affascinante bassista dei quartetto romano dei Maneskin, dimostrando come questo particolare basso elettrico a scala corta possa tirare fuori un ringhio ed un carattere decisamente rock!

Possiamo trovare il Danelectro '58 Longhorn Bass, nella sua riedizione moderna su Amazon ad un prezzo assolutamente competitivo. Se anche a voi, come a noi, è venuta la voglia di possederlo, non facciamoci sfuggire questa occasione ;-)


Vi salutiamo con il pezzo con cui i Maneskin hanno inorgoglito l'Italia vincendo l'Eurovision 2021 e in cui il Dalelectro '58 Longhorn Bass fa bella mostra di sé. Non ce ne vogliano i puristi del rock, ma questa band, oltre ad aver portato una ventata di freschezza nel panorama della musica italiana, ha il grande merito di avvicinare i giovani allo studio di uno strumento. Secondo noi non è una cosa da poco!

Se questo articolo vi è piaciuto o se avete altre storie di rock, legate al basso elettrico a scala corta, scrivetelo pure nei commenti. Ci piacerà restare in contatto con voi e chiacchierare del nostro amato strumento. May the bass be with you!













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